Occorre un momento di chiarezza perchè, in queste settimane, oltre alla consueta mancanza di trasparenza, i nostri amministratori hanno raccontato ai cittadini capuani una serie di gravi inesattezze.
Per capire cosa attende la nostra città nel caso dovesse ospitare un impianto gassificatore, bisogna andare a vedere come si vive e cosa accade oggi ad Acerra, sede del più grosso impianto inceneritore campano.
Non è vero, come chi ci amministra tenta di propagandare, che là i cittadini sono tutti contenti e non c’è più alcuna forma di protesta, non è vero che è stata eliminata la TARSU, non è vero che l’energia elettrica costa meno.
Insomma l’inceneritore non trasforma la città in un’oasi di felicità.
Al contrario, il sito è militarizzato, cioè recintato e vigilato dalle forze dell’ordine, e in esso vige il segreto di stato.
Tutto ciò non garantisce una gestione trasparente e un accesso alle informazioni sull’utilizzo. Si comprende quindi che non può essere vero quello che tentano di raccontarci i nostri amministratori che un Comitato Etico, da chicchessia possa essere presieduto, abbia alcun tipo di influenza su quello che accade in un sito del genere.
Le visite consentite sono delle mere “passeggiate” di pura propaganda messa in atto dal gestore dell’impianto senza alcun valido contraddittorio.
I Comitati attivi nel territorio di Acerra ci hanno segnalato che in quell’impianto:
(1) vengono puntualmente omessi i controlli in continuo sui microinquinanti organici (diossine e furani);
(2) i controlli vengono effettuati in maniera sporadica e solo dopo relativo preavviso;
(3) non risulta presente un sistema efficace di blocco sulla temperatura nel caso scendesse sotto gli 850° come previsto per legge;
(4) non risulta un campionamento dei materiali in entrata (per i quali si dovrebbe fare una dettagliata caratterizzazione, come indicato nella sentenza del Consiglio di Stato seguita alla denuncia fatta dai comitati) ma viene effettuato solo un controllo superficiale di tipo visivo ed un’analisi approssimativa con un Contatore Geiger per la radioattività. L’unico controllo risulta essere la lettura della bolla di accompagnamento, documento prodotto dalla ditta di trasporto con autocertificazione;
(5) non risulta l’attuazione di tutte le richieste della polizia provinciale tant’è che non si dispone dell’autorizzazione della Provincia;
(6) risulta che le scorie incenerite prodotte dall’impianto, altamente tossiche, vengono smaltite in maniera irregolare, sia nei cementifici, che nelle discariche, che non è dato conoscere.
Dovrebbe essere chiaro che quanto accadde davvero ad Acerra e le prospettive per la nostra città non sono certo rosee o tali da far dichiarare una novella era dell’oro, almeno per la comunità.
In quel di S. Felice a Cancello, così se non ricordo male, un operaio confessò che per 11 anni aveva triturato materiali tossici, che mischiava al cemento da costruzione!Al punto 6 del tuo post, parli dello smaltimento nei cementifici, delle ceneri residue degl'inceneritori. Ancora peggio! Secondo me quelli dei cementifici, e degli inceneritori sono alleati delle case farmaceutiche, e dei farmacisti!!!
RispondiElimina