domenica 27 novembre 2011

...Inceneritore a Capua?...


Capua, da città d’arte e di studi, sta modificando la sua vocazione verso l’incenerimento dei rifiuti. 

E’ questo un dato di fatto incontestabile, al di sopra di ogni considerazione tecnica, economica o politica. Sull’argomento, in città si sta manifestando una diffusa indignazione verso chi per mesi aveva negato questa possibilità e ora, inneggiando a presunti benefici economici per il Comune del valore di 2 milioni di euro l’anno, ha dato un’improvvisa accelerazione alle pratiche di insediamento. 

L’alienazione del territorio verso la Provincia, che inizialmente era avvolto in un’alea di mistero, nell’ultimo Consiglio Comunale ha avuto il momento del battesimo: l’area sarà destinata al nuovo inceneritore, quello inizialmente previsto a Napoli Est, che sta per approdare a Capua.

A questo si aggiungerà anche un Gassificatore? E poi altri tipi di impianti di smaltimento? 

Tutto da chiarire ma, ovviamente, i cittadini saranno gli ultimi a doverlo sapere. 

E’ urgente che un Consiglio Comunale aperto illustri a tutta la cittadinanza il piano complessivo previsto per Capua per realizzare un ciclo integrato (e virtuoso) per i rifiuti.

E’ urgente che la problematica sia chiarita alla luce del Piano Provinciale e Regionale

Per i poveri cittadini capuani, al momento si applica la vecchia storiella della rana e dell’acqua bollente: la rana, se gettata nell’acqua bollente, scatta via ustionata e se ne tiene alla larga. Se invece entra nell’acqua tiepida che pian piano viene riscaldata, viene mandata in un tiepido torpore che la fa addormentare. Quando l’acqua lentamente diviene sempre più calda, non si accorge più che la sua pelle è diventata sempre più rossa e sta bollendo, sempre piano piano. Così muore la rana , piano piano, bollita.

Idv è e sarà sempre in prima linea a difesa dei cittadini, a rivendicare il diritto di sapere che tipo di futuro è riservato alla nostra città.

martedì 15 novembre 2011

questione sacchetti frazione organica ...

Al nostro post di ieri ...e l'umido? che fine fa?... è arrivata una replica da parte della ditta Ecological Service.

ECCO LA REPLICA:
L'Ecological Service, in merito alla notizia “Capua - L'IDV denuncia che i sacchetti per laraccolta del rifiuto organico sono in plastica”, fornisce le seguenti precisazioni:
"Al proposito corre l’obbligo di precisare che l’Ecological Service rispetta quanto previsto dal Capitolato Speciale d’Appalto che regolamenta i servizi di igiene urbana; quest’ultimo per la raccolta della frazione umida prevede l’utilizzo di sacchetti in polietilene a bassa densità da lt. 20, in distribuzione presso l’EcoSportello e la Delegazione a S.Angelo in Formis.
La frazione organica differenziata è poi conferita agli appositi impianti di smaltimento individuati dal Comune, per essere destinata a processi di compostaggio (per la produzione di fertilizzante) o di bio-gassificazione (per la produzione di energia).
"

ED ECCO il nostro punto di vista sull'argomento:
Sulla questione della raccolta differenziata consideriamo interlocutori titolati a dover dar conto del loro operato i nostri amministratori e non la ditta che esegue il servizio. Come giustamente ha riferito Ecological Service, il loro operato è nel rispetto di un Capitolato d'Appalto emesso dal Comune, e questo noi non lo avevamo mai messo in dubbio.
Per quanto sopra, ribadiamo che i nostri Amministratori, sia i "deleganti" che i "delegati" a trattare il problema rifiuti, dovrebbero riferire a tutti i cittadini: 
- con quali ditte hanno sottoscritto contratti per il trattamento della frazione organica e se l'utilizzo di sacchetti non a norma penalizza il corretto smaltimento di questa frazione; 
- con quali ditte hanno in corso contratti per la consegna ed il recupero dei materiali separati dai cittadini con la raccolta differenziata (vetro, plastica, carta). 
Agli amministratori chiediamo infine di chiarire quali costi e quali vantaggi il Comune, e quindi i cittadini, ha tangilmente  (cioè da un punto di vista economico) dall'attuale gestione del ciclo dei rifiuti. 
La precisazione emessa da Ecological Service è benvenuta ma, pensiamo sia chiaro a tutti, non risponde a nessuno dei quesiti che abbiamo sollevato. 
Attendiamo con trepidanza che gli amministratori abbandonino il loro "virtuoso" silenzio e applichino, finalmente, la trasparenza nel loro modo di operare e di comunicare con la città.

domenica 13 novembre 2011

...e l'umido? che fine fa?...

La raccolta differenziata e la gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra città somiglia sempre di più ad un’enorme eco-balla

Avevamo già scoperto e riferito che il Bilancio del Comune dichiara esplicitamente che dalla Raccolta Differenziata non riceve nessun “ricavo”, quindi nessun beneficio, in più tutto il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è totalmente a carico dei cittadini e coperto dai ricavi della loro Tarsu. Una quota di “altri ricavi”, di oltre 500mila euro, è invece ignorata per la copertura del costo del servizio, con un conseguente aumento della tassa del 17%. 
VEDI POST ... TARSU E RENNDICONTO... dello scorso 1/11 ...

In quanto poi alle nostre richieste di sapere che fine fanno sia l’umido che i materiali separati dai cittadini non c’è stata mai risposta, come se “essere virtuosi” sia un segreto da conservare ben stretto! 

Oggi portiamo all’attenzione un’ulteriore e spiacevole curiosità che abbiamo rilevato esaminando i sacchetti per la raccolta dei rifiuti organici distribuiti ai cittadini dalla Ecological Service. 

Una nota stampata sui sacchetti dichiara: “Conforme alla direttiva Europea 94/62/EC. Non è raccomandato come contenitore della frazione umida nella raccolta differenziata dei rifiuti. Riciclare come plastica”. 

I sacchetti per la raccolta del rifiuto organico dovrebbero essere invece di uno speciale materiale, il mater-bi, traspirante, biodegradabile e compostabile. Anche questo dettaglio ci sempre ben poco “virtuoso” e degno di un urgente chiarimento. Che fine fa la frazione umida, se il sacchetto che la contiene non è adatto alla raccolta differenziata e andrebbe riciclato come plastica?  

ECCO LE FOTO ... del sacchetto ... e dell'etichetta ...

sabato 5 novembre 2011

Anticipo di cassa ...


I primi commenti, emessi dal gruppo di lavoro Idv sul Bilancio:  
alla fine è toccato ai revisori contabili accendere i riflettori su una condizione di cui tanto si vociferava ma che per ovvie ragioni di opportunità politica, nessuna amministrazione comunale aveva fino ad ora riconosciuto. 

I tecnici, incaricati dal Comune di Capua di fornire un parere obbligatorio sul  Rendiconto della Gestione Finanziaria dell'anno 2010, hanno evidenziato l'esistenza di almeno 6 situazioni conclamate, su un totale di 10 indicatori, utilizzate per individuare nel bilancio di un ente pubblico l'esistenza di uno stato di deficit strutturale, così come previsto dall'art. 242 c.1 del Testo Unico degli Enti Locali. 

Uno dei primi rilievi, fatti dal pool di commercialisti che hanno analizzato il bilancio del Comune di Capua, riguarda il sistematico ricorso all'anticipazione di cassa come strumento di finanziamento, ovvero l'ente fa ricorso sempre più spesso a prestiti di breve e medio periodo per reperire i mezzi finanziari necessari a portare avanti il programma di governo o semplicemente per sostenere le spese correnti: solo per il 2010 sono stati richiesti prestiti per 1.098.440€. 

Tale pratica, che di norma dovrebbe riguardare situazioni di eccezionalità e a cui si dovrebbe fare ricorso per fronteggiare spese del tutto imprevedibili, se da un lato fornisce all'amministrazione le risorse di cui ha bisogno in quel momento, dall’altro, genera col tempo un progressivo aumento degli oneri per interessi passivi, il cui peso contribuisce a ridurre progressivamente la capacità di spesa del Comune, anche quella destinata ai servizi essenziali, alimentando di fatto un circolo vizioso che rende cronico il ricorso a nuovi prestiti. 

La buona pratica amministrativa impone invece che la gestione dell'Ente sia sempre orientata a criteri di sostenibilità economica, finanziando con mezzi propri la spesa corrente e limitando il ricorso al credito ai soli casi di eccezionalità e per brevi periodi di tempo. 

Uno dei fattori, origine di questo continuo e cronico deficit di cassa, stando alla relazione dei revisori, è da individuare nella bassa efficienza del Comune di Capua a riscuotere i tributi sia per l'anno di competenza e sia sopratutto nel recupero delle annualità precedenti, somme che una volta accertate  non vengono interamente riscosse e concorrono di anno in anno a formare quella montagna di residui attivi che danno solo l'impressione che l'ente goda di buona salute ma che in effetti non si trasformeranno mai in liquidità, alla stregua di  un’azienda che pur avendo un buon fatturato, non riesce a farsi pagare dai suoi clienti. 

Si pensi che, nel 2010, a fronte di tributi accertati ed evasi per 1.622.000€ circa sono stati riscossi solo 121.536€: in pratica viene recuperato appena il 7,5% dell'evasione e più vecchio è il periodo di imposta evaso più difficile ne diventa il recupero. 

E’ anche chiaro che, laddove il Comune di Capua non fosse in grado di riscuotere i suoi crediti, questi ultimi perderebbero inevitabilmente di significatività. Purtroppo la lotta all’evasione dei tributi locali, soprattutto in comuni piccoli come il nostro dove il consenso elettorale si fonda su amicizie, parentele e rapporti di convenienza è argomento assai difficile, con cui nessun politico vorrebbe mai confrontarsi. 

Nell’attuale situazione di emergenza, figlia di anni di cattiva gestione finanziaria, diventa un obbligo il saper combattere l'evasione, ma con l’evidenza dei numeri e non solo con generiche dichiarazioni di buoni intenti. Occorre cambiare rotta e riassegnare le priorità: non indebitare l'ente passa anche sul non realizzare opere faraoniche, ma di dubbia utilità, di un programma di governo quanto mai inconsapevole della gravità della situazione.

martedì 1 novembre 2011

Tarsu e Rendiconto 2010 ...


Qualche settimana fa osservavamo che, per la corretta determinazione della Tarsu, è fondamentale che il Costo Medio Generale, quello a carico degli utenti, si ottenga tenendo correttamente in conto tutte le voci senza procedere, invece, in maniera semplicistica e dannosa per i cittadini, con una mera divisione: “Totale dei Costi del Servizio” diviso “Totale delle Aree Servite”. 

Questo significherebbe che, a danno degli utenti-cittadini e disapplicando la legge: 

- si ometterebbe di determinare la partecipazione alla copertura dei costi spettante al Comune e da iscrivere in apposita voce di bilancio annuale dell’Ente; 

- si ometterebbe di determinare la partecipazione alla copertura dei costi spettante allo Stato; 

- si ometterebbe di determinare i ricavi ottenibili per il conferimento della raccolta differenziata. 

Ipotizzavamo che si spiegherebbe forse così l’esosa tariffa Tarsu richiesta in questi ultimi anni dal Comune di Capua. 

Oggi, rileggendo i dati dal Bilancio Consuntivo 2010, i dubbi su quelle omissioni ricevono, purtroppo per i cittadini, delle amare conferme. 

Dal Conto Economico del Servizio di “raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani” si evince che la copertura dei Costi del Servizio proviene quasi esclusivamente dai Ricavi per la Tassa, ed è quindi a totale carico dei cittadini. Le due cifre, dei Costi del Servizio e dei Ricavi per la Tassa, sono infatti molto simili e vicine ai 3milioni e 420mila euro. C'è invece una quota di Altri Ricavi, pari ad oltre 568mila euro, che non viene considerata per compensare il Costo del Servizio. E’ anche strano, e da chiarire, perché dalla voce Raccolta Differenziata si ha un Ricavo pari a zero. 

Tutto questo è dichiarato esplicitamente quando la copertura dei Costi è riportata pari al 117%, valore uguale al rapporto tra i Ricavi Totali e i Costi Totali. 

A conferma di tutto ciò arriva anche una seconda sintesi dallo stesso documento di Rendiconto 2010 quando, a commento dei Servizi Indispensabili, la copertura dei Costi per il Servizio di “Nettezza Urbana” è dichiarata pari al 100% nelle previsioni iniziali mentre è computata al 117% a consuntivo. “Sembrerebbe” quindi che la Tassa dei Rifiuti è sovrastimata con un 17% in più sottratto dalle tasche dei cittadini. Invitiamo vivamente chi di dovere a fare le opportune verifiche e fornire pubbliche spiegazioni.