venerdì 2 dicembre 2011

L’anticipo di cassa e la lotta all’evasione…


Il sistematico ricorso all'anticipazione di cassa è diventato un mezzo di finanziamento, il Comune fa ricorso sempre più spesso a prestiti per reperire i mezzi finanziari necessari al programma di governo o a sostenere le spese correnti: solo nel 2010 sono stati richiesti prestiti per 1.098.440€.

 Questa pratica dovrebbe riguardare solo situazioni di eccezionalità per fronteggiare spese imprevedibili. Essa, se da un lato fornisce all'amministratore le risorse di cui ha bisogno al momento, dall'altro, genera un progressivo aumento degli oneri per interessi passivi, il cui peso riduce la capacità  di spesa del Comune. 

Si alimenta così un circolo vizioso che rende cronico il ricorso a nuovi prestiti. 

Una buona pratica amministrativa impone che la gestione dell'ente sia orientata a criteri di sostenibilità economica, finanziando con mezzi propri la spesa corrente e limitando il ricorso al credito a casi eccezionali e per brevi periodi. Uno dei fattori origine di questo continuo e cronico deficit di cassa è da individuare nella bassa efficienza del Comune a riscuotere i tributi per l'anno di competenza e a recuperare le annualità precedenti, somme che una volta accertate non vengono interamente riscosse e concorrono di anno in anno a formare una montagna di residui attivi che danno solo l'impressione che l'ente gode di buona salute ma che in effetti non si trasformeranno mai in liquidità. 

E’ come per un'azienda avere un buon fatturato ma non riuscire a farsi pagare dai clienti. 

Nel 2010, a fronte di evasioni accertate per 1.622.000€ circa sono stati riscossi solo 121.536€: in pratica viene recuperato solo il 7,5% dell'evasione e più vecchia è l’imposta evasa più difficile ne diventa il recupero. La lotta all'evasione, soprattutto in comuni piccoli come il nostro dove il consenso elettorale si fonda su amicizie, parentele e convenienze è argomento assai difficile, con cui nessun politico vorrebbe confrontarsi. Nell'attuale situazione di emergenza, figlia di anni di cattiva gestione, diventa un obbligo il saper combattere l'evasione, con l'evidenza dei numeri e non solo con generiche dichiarazioni di buoni intenti. 

Occorre cambiare rotta e riassegnare le priorità: non indebitare l'ente passa anche sul non realizzare opere faraoniche, ma di dubbia utilità, di un programma di governo quanto mai inconsapevole della gravità della situazione.
Luca Bruno

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