“Non ci devono essere i giudici dove si fa politica!”.
E’ questo uno dei principi fondamentali della politica e della cultura berlusconiana. In prima battuta possiamo anche condividere il principio, anche se con una piccola precisazione: “Non ci devono essere giudici dove si fa politica, ma non perché non ci devono essere i giudici, ma perché non si devono commettere reati!”.
La precisazione non è da poco e va ribadita e applicata a tutti i livelli, da quello del governo nazionale a quello delle amministrazioni locali dove sindaci e amministratori devono essere al di sopra di ogni sospetto sia per la loro storia personale che per quella pubblica che per il loro operato.
Questo il prologo, ora veniamo al dunque:
corre voce insistente che il Sindaco uscente della nostra città sia inserito nel registro degli indagati con una serie di conseguenti procedimenti in corso a suo carico, primo dei quali “per peculato”.
Il nostro stile non è quello di alimentare e cavalcare sospetti: non vogliamo quindi essere accusati di giustizialismo (neologismo berlusconiano a indicare colui che vuole il rispetto delle leggi!) né vogliamo alimentare voci tutte da verificare.
Se scriviamo queste note è per chiedere e per fare chiarezza.
Ci corre quindi l’obbligo di chiedere con fermezza al nostro Sindaco uscente se è vera o non è vera la notizia e, in questo secondo caso, per quanti e per quali reati sono in corso procedimenti.
Facciamo notare che Italia dei Valori ha chiesto a tutti i suoi candidati per queste elezioni di sottoscrivere il codice etico del partito e di fornire la certificazione dell’assenza di carichi penali passati o pendenti a loro carico.
Restiamo in attesa di una replica ufficiale perché, dove si fa politica, “non ci devono essere i giudici”, non ci devono essere reati e nemmeno sospetti o pettegolezzi.
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