Per comprendere i problemi bisogna puntare al cuore di essi e non farsi “distrarre” da altri discorsi.
Questo principio si applica anche allo smantellamento dell’ex CAPS (campo profughi) in corso.
I fatti: alcune famiglie di rumeni, in queste settimane, oltre all’annuncio dello sgombero prossimo venturo, sono anche state messe a secco dal Comune che gli ha staccato l’acqua con la motivazione ufficiale di una perdita.
I rappresentanti di queste famiglie, assistiti dal loro legale e dalla responsabile per Caserta dell’Associazione Opera Nomadi, sono stati ricevuti dal Sindaco che ha fatto il punto della situazione.
Ero presente a quell’incontro, ma non entro qui nei dettagli delle variopinte soluzioni proposte alle famiglie per trovarsi nuovi alloggi da fittare perché, come dicevo all’inizio, cadrei nella trappola di chi vuole “distrarre” i discorsi sbandierando i temi della sicurezza e delle condizioni igienico-sanitarie.
Tutto vero, tutto giusto ma non si comprende il “problema” se ci si fa depistare dai discorsi sull’immigrazione clandestina, la prostituzione, i furti e i saccheggi ad opera di queste persone.
Il nostro Sindaco forse dimentica che noi viviamo nella provincia che ha uno dei più alti tassi di criminalità organizzata d’Europa, e questa è tutta nostrana !!
Ma andiamo al dunque, a descrivere quello che sta accedendo in quest’area della nostra città: la situazione è di assoluta emergenza igienico-sanitaria, e in questo non si può non concordare col nostro Sindaco, ma bisogna osservare che i rifiuti presenti non sono quelli di deposito da civili abitazioni, quindi frutto di chi vi ha abitato in questi anni, ma sono quelli riversati, per decenni, per materiali di risulto da lavorazioni e che sono stati abbandonati nel sito senza nessun tipo di controllo da parte delle autorità preposte. Un cumulo di rifiuti di tal genere non si accumula in un mese, e allora c’è da chiedersi: dov’era chi in questi anni doveva vigilare?
Chiarito questo, va aggiunto che oggi il progetto per quell’area è di destinarla a costruzioni per residenza popolare, sfumata com’è l’ipotesi dell’ormai fantomatico ospedale unico per Capua e S.Maria C.V.
Su questo progetto e sulle attuali demolizioni in corso chiediamo a chi ci amministra:
si sono analizzate le alternative del recupero degli edifici? nessuno dei quali era pericolante o tanto decrepito da richiedere la demolizione!
Quanto invece costerà alla comunità la decisione di demolire, andare a smaltire materiali e poi ricostruire? e a vantaggio di chi tutto questo?
Personalmente se avessi un bene, anche in degrado, cercherei di avviare opere per il suo recupero, invece di abbatterlo.
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