Il Natale
che si approssima è quello delle stangate ai danni dei cittadini, vedi cartelle
esattoriali più o meno fondate della TARSU e dell’ICI che, in attesa di
verifiche, hanno intanto tappato i buchi del bilancio comunale.
Come al solito
ad essere tartassati sono i cittadini ma non gli amici e gli amici degli amici.
Parliamo di fatti e non di illazioni: il primo atto del Circolo Idv di Capua
dopo le Elezioni Comunali del 2011 fu una lettera del 26 Giugno di “Richiesta
di concessione di un locale-sede di attività” indirizzata al Sindaco e
all’Ufficio Patrimonio del Comune. Nella lettera si richiedeva la concessione
di un locale comunale, anche per quanto stabilito dallo Statuto del Comune che in
base all’Art. 6 “Partecipazione” dovrebbe favorire “il diritto alla partecipazione dei cittadini singoli o associati”. Elencavamo
poi alcune possibili soluzioni quali uno dei locali interni al Chiostro
dell’Annunziata oppure interni alla Porta Napoli oppure all’interno del Palazzo
Comunale.
E’ passato UN ANNO E MEZZO senza risposte.
La risposta, indiretta e
sconfortante, è arrivata invece lo scorso 30 Novembre con la Delibera di Giunta
n.223. Con quel documento è stato infatti concesso alla I.A.P. s.r.l., società
privata concessionaria del servizio di accertamento e riscossione dei tributi
del Comune, di adibire a propri uffici un locale al Piano Terra del palazzo
comunale, locale non utilizzato identificato con il n.9 nella planimetria
allegata alla Delibera.
La concessione è stata molto celere rispondendo, dopo
SOLO 3 GIORNI, alla richiesta della IAP datata 27 Novembre della disponibilità
di locali del Comune per allestirvi urgentemente uffici, vista la necessità di
evadere in tempo reale una serie di istanze, “considerato che nell’immediato è
prevista la notifica di avvisi di accertamento ICI e TARSU”, che poi sono le
“stangate” natalizie di cui sopra.
Tra le motivazioni della concessione del
locale si legge: “trattasi di un servizio pubblico dato dall’Ente in
concessione per cui è possibile far allestire uno sportello al pubblico proprio
nella stessa sede del Comune di Capua”. Il nostro commento, da cittadini
indignati, è che un servizio pubblico dato in concessione ad una società privata
presuppone che questa società privata, se ha bisogno di una sede, se la vada a cercare
in affitto e non in “comodato d’uso” dallo stesso Ente.
E’ essenziale notare
infatti che la Delibera maldestramente non definisce un “canone d’affitto”, che
avrebbe dovuto sottostare a parametri di mercato, ma solo la cifra di 200 euro
al mese che la IAP si impegna a versare quale “contributo alle spese di
manutenzione e pulizia dei locali di proprietà del Comune”.
Si continua con il
malcostume di utilizzare le proprietà dell’Ente, pubbliche e quindi di ognuno
di noi, per fini privati. Il famoso “censimento dei beni del Comune”, più volte
annunciato, non ha ancora mai prodotto risultati che i cittadini possano
consultare.
Concludo con un ricordo: nell’Ottobre 2010 con Capuattiva con
soddisfazione apprendevamo, dalle dichiarazioni estive dell'Assessore al
Patrimonio, che era stato "avviato
il censimento degli immobili di proprietà dell'Ente".
Ricordammo allora i suggerimenti al
Piano Urbanistico Comunale del Novembre 2009 dove, per la valorizzazione
del Centro Storico, avevamo inserito al punto (3) la necessità di effettuare
"un censimento degli immobili
di proprietà del Comune, della loro attuale destinazione d'uso e del loro piano
di recupero".
Oggi, a distanza di TRE ANNI, in una fase in cui
la situazione economica dell’Ente dovrebbe imporre di smetterla di barattare le
proprietà del Comune con favori, favoritismi e consensi bulgari, constatiamo
invece come il malcostume continua imperterrito. Nella stessa planimetria allegata
alla Delibera n.223 risultano ancora “non utilizzati” i locali identificati con
i n. 3, 4, 10, 13, 14, 15 e 16: a quali futuri “utilizzi” saranno anch’essi
destinati e riservati?
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