Le
cattive amministrazioni, come la storia, hanno i loro corsi e ricorsi.
Lo
conferma la vita della nostra città e le incoerenze dei suoi amministratori.
I
fatti: non sono ancora trascorsi quattro anni dal pensionamento della IAP,
società esterna per la riscossione dei tributi, ed ecco che un nuovo spettro
appare all’orizzonte. Ma procediamo con ordine e facciamo un passo indietro.
Era
il 12 Settembre 2008 e queste le dichiarazioni del primo cittadino a valle del
Consiglio Comunale che aveva appena deciso la rescissione dei rapporti con la
IAP: "Ringrazio tutti i consiglieri
presenti per il senso di responsabilità dimostrato ... ma era giunto il momento
di scrollarci di dosso una spesa enorme, sborsata per un servizio inefficiente.
Il nostro consulente legale ha dato parere favorevole sulla rescissione del contratto e, quindi, possiamo essere più che sicuri della
procedura adottata. Mai
più esternalizzeremo la riscossione tributi, perché i danni fatti al Comune sono enormi. Abbiamo
rischiato il dissesto finanziario".
C’era poi l’ammissione che
la
IAP non aveva svolto un servizio efficiente ed aveva prodotto un danno
economico al Comune nell'ordine di 300mila euro all'anno, cioè l'importo
dell'agio dovuto.
Era quello, e riporto le altre dichiarazioni del primo
cittadino, “l'epilogo di due
anni di contestazioni e di malumori della cittadinanza che non aveva tratto
alcun beneficio dall'esternalizzazione del servizio in quanto gli evasori della
TARSU non erano diminuiti nei quattro anni di gestione della IAP”.
A
quell’epoca avevo anche plaudito a quella decisione e a quelle dichiarazioni.
Oggi,
purtroppo, devo ricredermi e constatare che quel “mai più esternalizzeremo la
riscossione tributi” ha il sapore dell’ennesima e puntuale presa in giro per la
città. Il Consiglio Comunale del 5 Luglio, al punto 14 dell’Odg “Delibera
di indirizzo per l'individuazione delle forme di gestione delle entrate
comunali”, ha infatti rimesso in moto
l’iter per una nuova riscossione dei tributi affidata a società privata.
Ci si
avvia ad una nuova “esternalizzazione” che ci farebbe tornare proprio alla
soluzione che nel 2008 si era detto “mai più”.
Quando si dice la coerenza!
Un’ultima
ed utile considerazione va fatta sul “dissesto finanziario”, richiamato come
spettro già nel 2008. Oggi, dopo la dichiarazione di deficit strutturale del
2011 e dopo il recente sforamento del patto di stabilità, con un bilancio che
non ne vuole sapere di “pareggiare” i conti, il dissesto è un dato di fatto e l’esternalizzazione
è solo una delle tante alchimie messe in atto per continuare a nasconderlo. Il dissesto
finanziario si ha infatti quando “un Comune non è più in grado di assolvere
alle funzioni ed ai servizi definiti indispensabili”. Esternalizzare allora funzioni
e servizi, e quindi far diminuire ad arte le spese dirette “indispensabili”, può
“anche” un aiuto artificiale per far tornare i conti?
Nicola Scalera
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