La rivoluzione sui rifiuti parte dal basso e dalle piccole
azioni.
A Napoli, in un palazzo a Corso Vittorio Emanuele, 60 cittadini hanno
comprato insieme una compostiera per smaltire i rifiuti dell'intero condominio.
E' la prima compostiera condominiale in città.
Se la pratica si diffondesse i
napoletani in prima persona potrebbero contribuire alla risoluzione
dell'emergenza rifiuti senza spendere milioni di fondi pubblici per la
costruzione di megaimpianti inutili.
Ogni cittadino, separando il materiale secco riciclabile da
quello umido compostabile, opera una prima differenziazione dei rifiuti. Per la
frazione umida basta lasciar fare alla natura ciò che fa da milioni di anni.
Gli scarti alimentari, le foglie, tutto ciò che è materia
organica può essere decomposto da specifici batteri e trasformato in compost,
cioè terriccio molto nutriente. Questo compost può essere utilizzato per
fertilizzare campi, giardini, boschi o per il recupero di cave abbandonate.
Insomma è una risorsa dal valore non indifferente.
In Campania non ci sono impianti che possano trasformare i
rifiuti organici in compost tranne che a Salerno.
La compostiera può essere tenuta fuori al balcone, nel
cortile di un condominio, in un angolo del giardino.
Smaltire naturalmente l'umido significa produrre meno
immondizia, rendere più facile lo smaltimento e, in periodi di crisi, avere
meno rifiuti per strada.
La "filiera del compostaggio" si completa con il
conferimento del compost ad aziende agricole. Va ricordato che i rifiuti
organici rappresentano circa il 40% del totale di immondizia prodotta e sono la
causa del cattivo odore e della produzione di percolato. Con azioni piccole,
concrete e dal basso si può davvero risolvere l'emergenza rifiuti e contrastare
in modo concreto il mondo delle ecomafie.
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