La politica italiana di
quest’estate sta offrendo il peggior campionario degli ultimi anni: polemiche a
raffica per un’intervista concessa da un giudice mentre è considerato normale un
comizio tenuto a Roma, tra l’altro senza tutte le dovute autorizzazioni, da un
condannato in via definitiva che, ovviamente, deve mettere tra le priorità del
paese la “riforma” della giustizia che lo ha condannato.
La città di Capua, per
non smentire la sua fama di “regina del Volturno”, non poteva sottrarsi a
questo show della mala-politica estiva per cui, assieme alla partecipazione del
suo Sindaco al comizio romano, la città vive una serie di eventi cruciali per
la sua storia futura.
Sul gassificatore: è passato da pochi giorni l’anniversario
del 2 Agosto 2012, data della firma della convenzione con la Provincia, in pratica
un preliminare di vendita del terreno. Un documento fasullo nelle sue fondamenta
poiché con esso l’amministrazione capuana stava cercando di vendere un bene che
non era, e non è tuttora, di sua proprietà; una proprietà tanto dubbia, ad un
anno di distanza, che il Commissario provinciale ha dovuto avviare una
procedura di esproprio per non bloccare l’iter e gli affari ad esso connessi.
La
contraddizione della vicenda sta nel fatto che mentre sui tavoli della
propaganda i politici regionali parlano di un Piano Regionale dei rifiuti da
riscrivere (ultime dichiarazioni appena del Giugno scorso), su quelli
dell’affarismo più spregiudicato gli stessi politici avallano, con il loro
silenzio, decisioni contraddittorie: se infatti il Piano Regionale è da
riscrivere non ha nessun senso sbloccare un iter che è ormai su un binario
morto, magari prendendo anche “impegni” con penali per l’eventuale prossimo
bando di gara.
Ma si sa che l’affarismo ha le sue regole e che spesso queste
non possono essere spiegate in pubblico.
Quello che invece in pubblico hanno devuto
spiegare è l’avvio della procedura di dissesto finanziario del Comune di Capua,
ormai sancito da documenti ufficiali, vedi la delibera di Giunta n.136 del 2
Agosto 2013.
Ancora un 2 Agosto? nella storia della città?
Se l’incrocio tra le
due date è casuale, non c’è dubbio alcuno sull’incrocio tra i destini del
bilancio e dell’impianto. Basterebbe ricordare che nel Dicembre 2011, per una
ventina di giorni, prima dell’intervento dei Revisori dei Conti del Comune,
l’ammontare della vendita del terreno, per un ammontare di un milione e
cinquecentomila euro, era persino entrato nei bilanci dell’Ente.
Ora che il
dissesto è prossimo dobbiamo radunare le forze sane della città e prepararci a
ricostruire. Nel contempo vanno invitati, cortesemente e democraticamente, ad
uscire dalla porta coloro che hanno condotto la città alla rovina: sia chi ha
amministrato la città che quanti hanno fatto con loro coalizione nelle elezioni
bulgare del 2011, la città e il suo futuro non gli devono più appartenere.
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