A più di due anni dal Referendum
del 12 e 13 giugno 2011, quando il 54% degli elettori si disse contrario a
qualunque forma di privatizzazione, le tariffe non sono cambiate e dopo il voto
non è seguita nessuna nuova norma.
Da Nord a Sud, l’Italia mostra un
mosaico di situazioni differenti. Ci sono città, tra cui Ferrara, che hanno
addirittura ridotto la partecipazione pubblica nella gestione del servizio e ci
sono Regioni, come la Toscana,
che davanti alle richieste dei Comitati si sono chiuse ad ogni dialogo.
Ma poi
ci sono anche comuni come Reggio Emilia, Napoli e Palermo, che invece hanno
aperto la strada alla ri-pubblicizzazione.
Insomma non sono bastati 26
milioni di SI per trasformare il sistema di gestione del servizio idrico
italiano.
In questo scenario così variegato
la nostra città non poteva fare eccezione: la gestione è privata al 100% per
una concessione assegnata alla ditta nell’autunno del 1991 per la durata di 30
anni.
Le possibilità per preparare nuove soluzioni al passo con i tempi (entro
la scadenza del 2021!) ci sono tutte.
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