La città di Capua, con una dichiarazione di deficit “strutturale” sulle spalle, ha bisogno di cambiare la sua “struttura” gestionale e non di salvatori della patria.
Purtroppo per la città, sta accadendo proprio il contrario: non si vedono gli auspicati segnali di inversione nella gestione finanziaria e invece insorgono tra loro i pretendenti salvatori.
Idv ribadisce la sua proposta di istituire, con procedura d’urgenza, un tavolo/commissione di esperti che definiscano le misure da attuare per il risanamento del Bilancio Comunale.
Il tema della contesa, che colpevolmente sposta l’attenzione della città, è invece mantenuto verso il Gassificatore: il primo cittadino ne vuole imporre l’ubicazione nel territorio comunale per salvare prima se stesso e poi un bilancio asfittico; il Presidente del Consiglio Regionale pensa esattamente il contrario: che il Gassificatore sarebbe il colpo mortale per la città di Capua, già inserita nel “Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria” (2007) tra le “zone di osservazione” per la presenza di NO2 oltre i limiti consentiti dalla legge.
Nessun cittadino crederà mai che due soluzioni opposte siano proposte entrambe per la salvezza della città. Se poi si considera che i due salvatori sono (forse ancora) nello stesso partito, l’incredulità sfocia nello sconcerto.
Occorre allora fare ordine e chiarezza.
Idv preferisce lasciare da parte, a loro stessi, la guerra personale tra i due “salvatori”, e andare alla ricerca della soluzione. Questa non è in ambito cittadino, ma va ricercata a livello regionale prima e provinciale poi. Per questo il Circolo Idv di Capua sta lavorando da mesi in congiunzione con Comitati e Associazioni cittadine, provinciali e regionali.
Il 16 Gennaio scorso la Regione Campania, per smarcarsi dalla procedura di infrazione emessa a suo carico dall’Unione Europea, che blocca oltre 500 milioni di “preziosi” euro destinati alla Campania, ha inviato in tutta fretta a Brussels un aggiornamento del Piano Regionale sui Rifiuti.
Un piano imbottito di impiantistica, che non regge a se stesso. E infatti notizia di questi giorni, ancora informale, che il Piano è stato accolto tiepidamente dalla Commissione Europea e una decisione definitiva è stata rimandata di 6 mesi.
Tutto questo conferma le nostre perplessità: è impensabile prevedere la realizzazione di altri quattro impianti dopo quello di Acerra (per una potenza complessiva di incenerimento fino a 2 milioni di tonnellate l’anno) avendo in Campania una produzione totale di rifiuti solidi urbani che non va oltre 2,4 milioni l’anno (dato relativo al 2011).
Insomma, a dar retta al nuovo Piano Regionale, applicando le percentuali di Raccolta Differenziata richieste dalla Legge, avremmo troppi inceneritori e poca spazzatura per alimentarli.
Il timore è invece che la costruzione di tanti e così sovradimensionati inceneritori serva a far passare in sordina lo smaltimento dei rifiuti industriali. Una prova per tutte? Come ha ben osservato il dott. Antonio Marfella, basta leggere le pagine da 265 a 268 del Piano Regionale per i Rifiuti Industriali per apprendere che in Campania è previsto un Gassificatore da 90.000t/anno (guarda caso proprio gemello del Gassificatore che si vuole imporre a Capua!).
Un impianto utile per trattare ceneri leggere prodotte dagli inceneritori e fibre di amianto da rendere inerti e vetrificate.
Le domande poste dal dott. Marfella: è questo un altro impianto ancora da proporre e da allocare? o è quello già proposto per essere ubicato in prossimità del centro della nostra antichissima città?
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