Consiglio Comunale aperto di
Lunedi 23 rinviato.
E’ utile partire dalle dichiarazioni di oggi del Sindaco di
Capua: “La decisione del rinvio è stata dettata dalla comune volontà di
consentire ad un numero maggiore di persone di partecipare e di esprimere il
proprio pensiero. Noi siamo favorevoli al dialogo, proprio perché è giusto che
i cittadini si esprimano su questa tematica. Attendiamo la decisone dei
capigruppo ai quali è rimandata la decisione della data e del
luogo. Una folta rappresentanza di persone favorevoli ha comunque già
fatto conoscere la propria opinione sulla costruzione dell’impianto, che rimane
una scelta di responsabilità, volta a far crescere il territorio e ad eliminare
per sempre lo spettro delle discariche”.
Le dichiarazioni sono gravissime ed
irritanti perché false.
Lunedì eravamo nel salone comunale e possiamo
testimoniare che a favore dell’impianto non c’era una “folta rappresentanza” ma
solo uno sparuto gruppetto (di cui rispettiamo anche se non condividiamo le
opinioni), che ha tra l’altro distribuito dei volantini anonimi inneggianti
alle qualità “rinnovabili” di un gassificatore. Abbiamo chiesto ad un amico
medico presente cosa potesse rinnovare un impianto che termo-distrugge materia
e lui, sarcasticamente, si è riferito alla diossina o ai rifiuti tossici (che
vanno smaltiti in discariche speciali) prodotti da tali impianti.
Capua sta vivendo
anni di emergenza democratica, dove il falso diventa verità istituzionale.
Ma
se nel corso della campagna elettorale dello scorso anno il primo cittadino, allora
candidato a succedere a se stesso, che avrebbe dovuto vigilare sulle affissioni
illegali, aveva i suoi manifesti attaccati fin sulle cime degli alberi, cosa ci
possiamo aspettare oggi da lui se non il pronunciamento di falsità delle sue
ultime dichiarazioni?
La seduta è sembrata un bel teatrino ben preparato. Nel
copione, forse per far bella figura, la presidente del consiglio è partita
addirittura in anticipo ed ha esordito litigando da sola contro una bandiera
che sventolava, esponendo in pubblico i suoi poteri di espellere dall’aula “chiunque
si rendesse responsabile di disordini”. Se i disordini, inesistenti e che lei
evocava, non sono successi davvero è stato solo per la maturità del ragazzo che
sventolava la bandiera a non replicare alla provocazione.
L’impressione è quella
di un film ben orchestrato a tavolino: non c’è nessuna volontà di confrontarsi
(se non con belle parole anche quelle studiate a tavolino) e non sappiamo
quanto ce ne sia per la futura occasione.
La figura della presidente del
consiglio è sembrato l’anello debole di una catena ben oleata: un’ulteriore prova
di impreparazione è che ad ogni domanda fatta dal pubblico la sua replica era
di dover andare a studiare prima di dare una risposta.
Il Circolo Italia dei
Valori fa oggi due richieste chiare e precise.
La prima è che la presidente del
consiglio si dimetta dalla sua carica per manifestata pubblica non adeguatezza
al ruolo. Che la carica venga assegnata ad un consigliere che, per la sua
esperienza ed anzianità, possa assicurare la regolarità delle sedute e delle
decisioni, che vanno prese in “diretta” senza dover prima studiare.
Appena poi sarà
nota la data del prossimo consiglio comunale aperto, invieremo una richiesta al
Prefetto affinchè sia presente un suo incaricato a presiedere o anche solo ad
assistere alla seduta per assicurarne il regolare svolgimento.
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