Dopo più di due mesi, i lavori del "Comitato civico
a supporto del ciclo integrato dei rifiuti" meritano qualche
considerazione.
Ricordiamo innanzitutto le perplessità che il Circolo Idv aveva
espresso già a metà Luglio scorso, alla vigilia dell’insediamento:
(1) perché
definire il Comitato “a supporto del ciclo integrato” se il mandato assegnatogli
dalla Provincia, e ribadito anche all’insediamento, non è quello di supportare
il ciclo integrato ma solo di “guardare le carte” dell’iter per la
realizzazione del gassificatore di Capua, per di più senza avere alcun potere
decisionale? (denominazione e poteri del Comitato = fumo negli occhi).
A nostro
avviso, come abbiamo chiaramente proposto e protocollato al Comune di Capua lo
scorso 23 Aprile, in occasione del Consiglio Comunale aperto, il supporto al
ciclo integrato è reale solo se fatto con un “Osservatorio”, o Comitato Civico
che dir si voglia, che definisca come implementare tutte le pratiche virtuose
per il ciclo dei rifiuti, compresi i momenti essenziali del compostaggio e del
recupero/riciclo dei materiali differenziati;
(2) perché Comitati di questo
tipo sono stati istituiti dalla Provincia solo nei Comuni che dovrebbero
ospitare le impiantistiche? perché negli altri Comuni i cittadini sarebbero
tenuti fuori dal diritto di “supportare il ciclo integrato” dei rifiuti?
(partecipazione parziale = fumo negli occhi).
Con queste premesse abbiamo
aspettato due mesi, ricevendo nel frattempo informazioni dall’unico
rappresentante che il centrosinistra di Capua ha all’interno del Comitato,
prima di tirare oggi qualche somma, sperando che le nostre considerazioni siano
di stimolo per un futuro democraticamente migliore.
Ripercorriamo la storia
recente:
il Comitato si è finora riunito due volte, all’insediamento di fine
Luglio e in un secondo incontro tenuto il 10 Settembre scorso. Di entrambe gli
incontri, sebbene più volte sollecitati, non esistono verbali ufficiali distribuiti,
quindi si procede a memoria sulle discussioni, sugli accordi e sulle promesse,
non mantenute, di fornire evidenze su vari aspetti dell’iter in corso.
I
verbali, come tutti gli altri atti ufficiali al momento mancanti, oltre che ai
componenti del Comitato e agli altri attori provinciali del processo di
controllo, devono essere resi pubblici per assicurare l’effettiva
partecipazione di tutti i cittadini. I lavori del Comitato dovrebbero poi
prevedere non solo incontri informativi presso la Provincia, ma anche momenti
di verifica in proprio e di confronto con la città.
Purtroppo questo principio non
è mai stato applicato, fin dal principio: basta pensare che, già all’incontro
di insediamento di fine Luglio, al Comitato non fu comunicato che da lì a pochi
giorni, precisamente il 2 Agosto, si sarebbe firmato il documento di Convenzione
tra Comune di Capua e Gisec. Né tanto meno nessuna bozza/copia di quel
documento è mai stata fornita al Comitato per una sua revisione.
Domanda: come
si fa a seguire un iter se non si hanno a disposizione le notizie e i documenti,
che i componenti del Comitato devono acquisire dai giornali o dagli albi
pretori online, proprio come fanno tutti gli altri cittadini?
E’ fuori dubbio
che c’è molto da migliorare.
All’incontro del 10 Settembre poi è stato mostrato
un voluminoso fascicolo definito “preliminare di progetto” che dovrebbe diventare
l’allegato tecnico della gara di appalto, annunciata per questo mese di
Ottobre. Ad oggi, ad oltre un mese di distanza, questo documento essenziale per
il Comitato per entrare nel merito di una serie di valutazioni e di proposte tecniche
di base per il futuro bando, non è ancora disponibile.
Il Circolo Idv di Capua purtroppo
vede aumentare le sue perplessità su questo modo di procedere e si augura
vivamente che nessun altro atto ufficiale venga posto in essere sia dal
Commissario preposto, sia dall’Ente Provincia, prima che i verbali dei primi
due incontri siano distribuiti, concordati e firmati dai partecipanti e prima
che il “preliminare di progetto” sia distribuito, commentato e discusso nelle
prossime riunioni del Comitato.
Ogni ulteriore atto e “passo dell’iter” senza
che queste condizioni siano state opportunamente sanate sarebbe quanto meno
inopportuno e contraddittorio sui tanto decantati principi di trasparenza e
partecipazione che l’attuale legislazione italiana in materia di gestione dei
rifiuti cita e pone alla base di ogni procedimento.
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