Nella sua ultima intervista-video
il Sindaco della città di Capua si è riferito ad “un’opposizione
extraconsiliare che, opponendosi al gassificatore, non fa il bene della città”.
Siamo chiamati in causa da questa affermazione e ci corre l’obbligo di una breve
replica.
Ci siamo allora chiesti: ma qual è il bene della città? al quale ci
staremmo opponendo?
Su questo punto pensiamo che il Sindaco della città di
Capua abbia idee confuse e un po’ contorte. Il bene della città non è “andare
al Parlamento, prendere i soldi e portarli a Capua”, come ha affermato in una
delle sue recenti gite automobilistiche fatte per declamare tutti i presunti
“beni” che avrebbe realizzato in questi anni.
Fare il bene della città non è svenderne
il patrimonio per tappare i buchi di bilancio né tantomeno è privatizzare aree
pubbliche e servizi con benefici molto dubbi per la città.
Parliamo delle opere
pubbliche, realizzate in questi anni per lo più grazie al metodo del “project
financing”. E qui nasce il trucco: un Amministratore in penuria di liquidi
affida le opere pubbliche a imprenditori che su quelle opere pubbliche dovranno
SI investire ma poi, per loro stesso mandato, soprattutto trarne un profitto.
Un esempio per tutti, il parcheggio di spianata Olivares e le sue tariffe adatte
per il “bene” SI ma dell’imprenditore che gestirà per decenni il parcheggio e
non della città che per gli stessi decenni si troverà privata di un servizio
dedicato alla città.
In definitiva ci chiediamo: come dovrebbe essere un
Sindaco nel tempo della crisi economica, sociale e ambientale? Un bravo
ragioniere che amministra i pochi soldi che ha, secondo le disposizioni di
legge? o un animatore che fa nascere una nuova idea di cittadinanza e di partecipazione
dei cittadini? Come può un Amministratore deficitario garantire un futuro alla
città? Presiedendo un’amministrazione che passerà alla storia per tutte le
alchimie contabili messe in atto per far quadrare un instabile pareggio di
bilancio? o tessendo un paziente lavoro per formare nuovi cittadini che abbiano
finalmente il senso della comunità in cui vivono? che si sentano ognuno
responsabili di tutto quello che accade nella città?
Noi siamo convinti che una
comunità funzioni solo se tutti i cittadini hanno una morale ispirata alla
partecipazione e al rispetto. A partire dal primo cittadino che deve rispettare
tutti, anche chi, non sedendo in Consiglio Comunale, ha l’ardire di non
piegarsi, di non sottacere e di non assecondare nessun piano che prepone gli affari
di singoli all’ambiente, alla storia e al bene della città.
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