sabato 3 novembre 2012

Per il bene della città ...



Nella sua ultima intervista-video il Sindaco della città di Capua si è riferito ad “un’opposizione extraconsiliare che, opponendosi al gassificatore, non fa il bene della città”. 

Siamo chiamati in causa da questa affermazione e ci corre l’obbligo di una breve replica. 

Ci siamo allora chiesti: ma qual è il bene della città? al quale ci staremmo opponendo? 

Su questo punto pensiamo che il Sindaco della città di Capua abbia idee confuse e un po’ contorte. Il bene della città non è “andare al Parlamento, prendere i soldi e portarli a Capua”, come ha affermato in una delle sue recenti gite automobilistiche fatte per declamare tutti i presunti “beni” che avrebbe realizzato in questi anni. 

Fare il bene della città non è svenderne il patrimonio per tappare i buchi di bilancio né tantomeno è privatizzare aree pubbliche e servizi con benefici molto dubbi per la città. 

Parliamo delle opere pubbliche, realizzate in questi anni per lo più grazie al metodo del “project financing”. E qui nasce il trucco: un Amministratore in penuria di liquidi affida le opere pubbliche a imprenditori che su quelle opere pubbliche dovranno SI investire ma poi, per loro stesso mandato, soprattutto trarne un profitto

Un esempio per tutti, il parcheggio di spianata Olivares e le sue tariffe adatte per il “bene” SI ma dell’imprenditore che gestirà per decenni il parcheggio e non della città che per gli stessi decenni si troverà privata di un servizio dedicato alla città. 

In definitiva ci chiediamo: come dovrebbe essere un Sindaco nel tempo della crisi economica, sociale e ambientale? Un bravo ragioniere che amministra i pochi soldi che ha, secondo le disposizioni di legge? o un animatore che fa nascere una nuova idea di cittadinanza e di partecipazione dei cittadini? Come può un Amministratore deficitario garantire un futuro alla città? Presiedendo un’amministrazione che passerà alla storia per tutte le alchimie contabili messe in atto per far quadrare un instabile pareggio di bilancio? o tessendo un paziente lavoro per formare nuovi cittadini che abbiano finalmente il senso della comunità in cui vivono? che si sentano ognuno responsabili di tutto quello che accade nella città? 

Noi siamo convinti che una comunità funzioni solo se tutti i cittadini hanno una morale ispirata alla partecipazione e al rispetto. A partire dal primo cittadino che deve rispettare tutti, anche chi, non sedendo in Consiglio Comunale, ha l’ardire di non piegarsi, di non sottacere e di non assecondare nessun piano che prepone gli affari di singoli all’ambiente, alla storia e al bene della città.

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