sabato 13 ottobre 2012

Comitato Civico ... i limiti di oggi



Dopo più di due mesi, i lavori del "Comitato civico a supporto del ciclo integrato dei rifiuti" meritano qualche considerazione. 

Ricordiamo innanzitutto le perplessità che il Circolo Idv aveva espresso già a metà Luglio scorso, alla vigilia dell’insediamento: 

(1) perché definire il Comitato “a supporto del ciclo integrato” se il mandato assegnatogli dalla Provincia, e ribadito anche all’insediamento, non è quello di supportare il ciclo integrato ma solo di “guardare le carte” dell’iter per la realizzazione del gassificatore di Capua, per di più senza avere alcun potere decisionale? (denominazione e poteri del Comitato = fumo negli occhi). 
A nostro avviso, come abbiamo chiaramente proposto e protocollato al Comune di Capua lo scorso 23 Aprile, in occasione del Consiglio Comunale aperto, il supporto al ciclo integrato è reale solo se fatto con un “Osservatorio”, o Comitato Civico che dir si voglia, che definisca come implementare tutte le pratiche virtuose per il ciclo dei rifiuti, compresi i momenti essenziali del compostaggio e del recupero/riciclo dei materiali differenziati; 

(2) perché Comitati di questo tipo sono stati istituiti dalla Provincia solo nei Comuni che dovrebbero ospitare le impiantistiche? perché negli altri Comuni i cittadini sarebbero tenuti fuori dal diritto di “supportare il ciclo integrato” dei rifiuti? (partecipazione parziale = fumo negli occhi).

Con queste premesse abbiamo aspettato due mesi, ricevendo nel frattempo informazioni dall’unico rappresentante che il centrosinistra di Capua ha all’interno del Comitato, prima di tirare oggi qualche somma, sperando che le nostre considerazioni siano di stimolo per un futuro democraticamente migliore. 

Ripercorriamo la storia recente: 
il Comitato si è finora riunito due volte, all’insediamento di fine Luglio e in un secondo incontro tenuto il 10 Settembre scorso. Di entrambe gli incontri, sebbene più volte sollecitati, non esistono verbali ufficiali distribuiti, quindi si procede a memoria sulle discussioni, sugli accordi e sulle promesse, non mantenute, di fornire evidenze su vari aspetti dell’iter in corso. 

I verbali, come tutti gli altri atti ufficiali al momento mancanti, oltre che ai componenti del Comitato e agli altri attori provinciali del processo di controllo, devono essere resi pubblici per assicurare l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini. I lavori del Comitato dovrebbero poi prevedere non solo incontri informativi presso la Provincia, ma anche momenti di verifica in proprio e di confronto con la città. 

Purtroppo questo principio non è mai stato applicato, fin dal principio: basta pensare che, già all’incontro di insediamento di fine Luglio, al Comitato non fu comunicato che da lì a pochi giorni, precisamente il 2 Agosto, si sarebbe firmato il documento di Convenzione tra Comune di Capua e Gisec. Né tanto meno nessuna bozza/copia di quel documento è mai stata fornita al Comitato per una sua revisione. 

Domanda: come si fa a seguire un iter se non si hanno a disposizione le notizie e i documenti, che i componenti del Comitato devono acquisire dai giornali o dagli albi pretori online, proprio come fanno tutti gli altri cittadini? 

E’ fuori dubbio che c’è molto da migliorare. 

All’incontro del 10 Settembre poi è stato mostrato un voluminoso fascicolo definito “preliminare di progetto” che dovrebbe diventare l’allegato tecnico della gara di appalto, annunciata per questo mese di Ottobre. Ad oggi, ad oltre un mese di distanza, questo documento essenziale per il Comitato per entrare nel merito di una serie di valutazioni e di proposte tecniche di base per il futuro bando, non è ancora disponibile. 

Il Circolo Idv di Capua purtroppo vede aumentare le sue perplessità su questo modo di procedere e si augura vivamente che nessun altro atto ufficiale venga posto in essere sia dal Commissario preposto, sia dall’Ente Provincia, prima che i verbali dei primi due incontri siano distribuiti, concordati e firmati dai partecipanti e prima che il “preliminare di progetto” sia distribuito, commentato e discusso nelle prossime riunioni del Comitato. 

Ogni ulteriore atto e “passo dell’iter” senza che queste condizioni siano state opportunamente sanate sarebbe quanto meno inopportuno e contraddittorio sui tanto decantati principi di trasparenza e partecipazione che l’attuale legislazione italiana in materia di gestione dei rifiuti cita e pone alla base di ogni procedimento.

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