lunedì 30 settembre 2013

Il dissesto al Comune ? non ha suscitato in noi alcuna sorpresa …



Il dissesto dichiarato al Consiglio del 28 Agosto è stata l'inevitabile conclusione di una serie di amministrazioni dissennate ma anche degli ultimi due anni in cui il Comune ha vissuto lo stato di "deficit strutturale" senza che nessuna contromisura facesse invertire la rotta. 

Il peggioramento della situazione è documentato e misurato, negli anni 2011 e 2012, dallo sforamento dei parametri che definiscono il "deficit strutturale" passati da sei su dieci nel 2011 a sette su dieci nel 2012! 

Siamo arrivati quindi al fatale punto di non ritorno e nemmeno l'estremo tentativo di ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale ha avuto buon fine. Nonostante l'epilogo fosse chiaro e annunciato, chi amministra la città da oltre sette anni ancora oggi cerca di nascondere le proprie responsabilità. La prova? è nella relazione fornita dal Sindaco al Consiglio Comunale del 28 Agosto nella quale dichiara che "la perentorietà del termine di approvazione della delibera di riequilibrio pluriennale, sessanta giorni dalla delibera di adozione della procedura, ha obbligato l'Ente all'avvio della procedura di dissesto". 

Raccontata in questo modo, la colpa del dissesto sarebbe attribuita ad un cavillo legale, cioè ai "tempi ristretti" imposti dalla legge. 

E invece NO, la verità è tutt'altra! 

Se andiamo infatti a leggere le Relazioni del Responsabile del Settore Economico-Finanziario e dei Revisori dei Conti non troviamo alcuna traccia di "tempi ristretti" ma una serie di altre motivazioni. In quelle relazioni tecniche il piano di riequilibrio pluriennale è definito con chiarezza "insostenibile" per il Comune di Capua sia per il mancato pareggio di bilancio 2013, ricordato pure nella Relazione del primo cittadino, ma anche per la "mancanza di risorse per fronteggiare la grave situazione". 

Quindi non esiste alcun appiglio legale relativo ai "tempi ristretti" ma tra le principali cause del dissesto c'è (citando testualmente quanto riportato nelle Relazioni dei tecnici) la "fragilità delle fonti di finanziamento di un Comune che si è affidato quasi esclusivamente alla vendita dei suoi beni, parte dei quali già oggetto, senza successo, di ulteriori tentativi di vendita". 

Insomma il parere dei tecnici qualificati ancora una volta sconfessa, senza SE e senza MA, le fantasiose giustificazioni di amministrazioni fallimentari.

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