domenica 9 settembre 2012

Consiglio Comunale Aperto ... e poi?

Aggiungi didascalia
Consiglio Comunale aperto, e poi? 

Facciamo il punto: 
lo scorso 23 Aprile, dopo una gestazione durata quasi nove mesi, veniva concessa al popolo capuano la facoltà di esprimersi nella pubblica assise. La seduta ebbe una “falsa partenza” quando si sancì un rinvio a causa dell’inadeguatezza della sala comunale e di chi l’aveva prescelta. 
Nella seconda convocazione dell’8 Maggio si ribadì che in quell’Assemblea non si poteva né votare nè decidere su nulla, ma solo esporre proprie idee ed istanze. Ai cittadini erano assegnati 5 minuti più 5 per eventuali repliche, mentre i Consiglieri eletti avevano 30+30 minuti, il che rese la seduta un fiume di battibecchi tra i Consiglieri eletti ed affrettate esposizioni di costipati cittadini. Nessuno scritto si poteva allegare al verbale (guai a lasciare tracce di cosa si proponeva!) ma eventuali proposte andavano indirizzate al Sindaco tramite l’Ufficio Protocollo. 

Il Circolo Idv aveva seguito questa procedura già dal 23 Aprile con quattro lettere protocollate

Le quattro proposte/istanze non hanno ad oggi avuto nessun riscontro per cui abbiamo inviato un’Interrogazione a risposta scritta indirizzata al Sindaco con in copia il Prefetto per Sua opportuna conoscenza. Riepiloghiamo i quattro temi su cui chiediamo replica scritta: 

(1) adozione a Capua della "Strategia Rifiuti Zero entro il 2020”. 
Su questo punto proponevamo una serie di progetti concreti e l’istituzione di un Osservatorio per le azioni sulla riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, il corretto trattamento dei materiali differenziati. Il “Comitato Civico a supporto del ciclo integrato dei rifiuti” appena insediato potrebbe avere la funzione dell’Osservatorio ma solo se il Comitato rispetterà il nome assegnatogli e non verrà ridotto solo ad un sorvegliante dell’iter del gassificatore (è questa la malsana intenzione espressa da Provincia e Comune al suo insediamento); 

(2) annullamento delle Delibere di Consiglio n.51 e n.56 e Delibera di Giunta n.29. 
Sono queste le Delibere con cui il Comune ha dato la sua disponibilità ad allocare a Capua l’impianto (ad esse s’è aggiunta nel frattempo la Delibera di Giunta n.165 del 31 Luglio scorso). Qua il comportamento dell’Amministrazione è in palese cattiva fede perché, oltre a non pronunciarsi mai in sede di Consiglio, all’ultima seduta del 31 Luglio non solo ha contrapposto una inopportuna contro-mozione a quella del Pdl (con tanto di inversione dell’Odg), ma in quella sede non ha fatto nessuna menzione che da lì a poche ore la Giunta avrebbe deliberato sul tema; 

(3) moratoria per le centrali di produzione di energia elettrica da biomassa. 
Su questo punto non c’è mai stata discussione in Consiglio né una verifica che le centrali a biomassa autorizzate sul territorio comunale rientrino in un piano provinciale energetico né da quali fonti si procurerebbero i materiali per essere alimentate; 

(4) evidenza dei risultati delle analisi effettuate al laghetto di Località Purgatorio.
Su questo punto, dopo anni di misterioso silenzio, c’è ancora oggi molta reticenza. I risultati delle analisi, sbandierati “a voce” in pubblico dal primo cittadino, sono di dubbia esistenza. A prova di ciò nel "Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati”, emesso dalla Regione Campania il 31 Luglio scorso, il sito Cava Purgatorio–Formis è riportato come affetto da “contaminanti aromatici e metalli” e con un Piano di caratterizzazione “solo approvato” (quindi mai messo in atto né alcuna analisi mai effettuata), al primo cittadino di Capua diamo ora la facoltà di smentirci ma fornendo l’evidenza scritta delle analisi che dice di possedere.

Nessun commento:

Posta un commento