venerdì 11 maggio 2012

Convegno e Consiglio Comunale (intervista Scalera) ...


Ing. Scalera, che impressioni ha avuto dal doppio evento, Convegno e Consiglio Comunale aperto, svoltisi a Capua sul tema del gassificatore?
Le impressioni sono sicuramente positive: dibattere su un argomento così importante, coinvolgendo i cittadini, è un momento importante. Magari tutto questo si fosse fatto durante la campagna elettorale dello scorso anno… forse, se certe intenzioni fossero diventate pubbliche allora, oggi avremmo in carica un sindaco diverso! Una nota dolente: purtroppo alcuni esperti convenuti hanno esposto idee non proprio libere da condizionamenti e questo aggiunge un po’ di tristezza alla mia soddisfazione di fondo.

A chi si riferisce?
Le parlo prima di un’anomalia: è stato organizzato un Convegno, sul manifesto c’era anche il nome del Comitato promotore ma poi in sala nessuno si è presentato a dare il benvenuto a nome del Comitato, rimasto quindi anonimo nella sua struttura. La risposta che ho avuto io, dal Sindaco stesso nel corso della telefonata di invito al Convegno, è che il Presidente del Comitato è lui stesso. Nulla da dire, tutto legittimo, ma allora perché non è stato detto anche in pubblico?

Ma torniamo agli esperti, a chi si riferiva?
Beh, come si fa a non restare delusi dalle tesi dell’Assessore all’Ambiente della Provincia? Dopo aver ascoltato tutte le qualità degli impianti gassificatori, definiti addirittura ad “impatto zero”, mi è venuto naturale chiedere perché allora i Comuni che ospitano tali impianti ricevono un ristoro economico; aveva forse dimenticato qualche danno che va ripagato? La risposta che “i Comuni ricevono soldi pubblici dallo Stato così i cittadini non protestano più” mi ha lasciato senza parole. Lei converrà che è deprimente sentire, pubblicamente, da un rappresentante delle istituzioni, che il consenso è una merce da acquistare. Ma anche sul lato tecnico ci sarebbero diverse cose da dire: non si può “sfatare il mito del riciclo della carta” pescando l’unico caso al mondo in cui questo riciclo non è possibile (produzione di carta velina o fotografica) quando poi un video, proiettato qualche minuto prima dal Comitato organizzatore, aveva mostrato che con la carta riciclata si possono persino ottenere arredi e sedie che sostengono fino a 300kg.

C’è dell’altro?
Si, e concludo sul Convegno. La “tesi di serata” sostenuta dall’Assessore Provinciale, per cui un gassificatore sarebbe un impianto diverso da un inceneritore, è rispettabile anche se molto opinabile, ma è un’offesa al decoro rilevare che, in un’intervista di qualche tempo fa (reperibile su internet), lo stesso Assessore ha affermato l’esatto contrario: “L’inceneritore è un impianto a combustione diretta (genera combustione a temperature elevate in presenza di ossigeno), mentre il gassificatore è a combustione indiretta (la prima camera priva di ossigeno genera un gas, che poi entra in una seconda camera dove, trovando ossigeno, brucia). Dall’esterno la differenza non c’è, tant’è vero che la normativa che si applica alle emissioni in uscita è la stessa. Quindi non si può dire che un inceneritore inquina e un gassificatore non inquina, questa è una sciocchezza di fondo”.

E lei che ne deduce?
E cosa posso dedurne? Se non che “le sciocchezze di fondo” sono state raccontate a noi al Convegno nel Teatro Ricciardi!

Passiamo al Consiglio Comunale aperto del giorno dopo.
Una serata molto bella. La quasi totalità dei cittadini presenti ha dichiarato che non considera quest’impianto necessario in alcun Comune della provincia di Caserta. Purtroppo gli Amministratori di Capua continuano a nascondersi dietro un filo d’erba: il binomio discarica-camorra contrapposto a impianti-progresso proprio non regge più. Lasciamo che la lotta alla camorra la facciano la magistratura e le forze dell’ordine: la politica si occupi invece del bene comune. E il bene comune, come hanno ben detto a chiare lettere tutti i cittadini presenti al Consiglio, è ben altra cosa.


Quale?
I nostri amministratori si gonfiano il petto dicendo che loro vogliono fare un “ciclo dei rifiuti integrato”. Non c’è affermazione più vuota di significato e sbandierata per sola propaganda. Il termine integrato significa solo che ad una fase di un processo segue la successiva e che le fasi interagiscono tra loro. Il ciclo dei rifiuti, nella sua accezione moderna, è per forza di cose integrato! Il ciclo verso cui bisogna tendere è invece quello VIRTUOSO, dove cioè tutte le fasi sono eseguite sfruttando al massimo le potenzialità della Riduzione-Riutilizzo-Riciclo-Recupero. Tutto questo non lo diciamo noi ma le Leggi Europee, che sono tanto richiamate nei discorsi quanto incomprese nei contenuti dagli Amministratori di Capua. Il Parlamento Europeo ha infatti approvato le nuove linee guida del prossimo Programma Ambientale, in cui prevalgono ancora più di prima la prevenzione, il riutilizzo e il riciclo con un divieto di incenerire i rifiuti che possono essere riciclati o compostati.

Ma tutto questo anche nella nostra Regione? Durante il Consiglio Comunale qualcuno tra i Consiglieri ha obiettato che in Campania i Rifiuti Zero non si possono fare, è proprio così?
Dalla Regione Campania giungono notizie diverse: il Piano Regionale, emesso in tutta fretta a Gennaio 2012 e farcito di discariche e impianti di bruciatura, almeno nelle dichiarazioni rese in pubblico dagli Onorevoli Regionali preposti, verrà ridefinito così come chiedono da tempo i Comitati Regionali dei cittadini. Francamente non capisco i motivi per cui in Campania non si possa avviare, come si fa in ogni parte del mondo, un percorso “verso i Rifiuti Zero entro il 2020”. Noi abbiamo proposto che anche a Capua si avvii finalmente un ciclo virtuoso dei rifiuti, che non è solo uno slogan da scrivere sugli striscioni, ma è basato su progetti concreti da avviare subito, già operanti in svariate realtà urbane italiane e prassi normale nei paesi europei, che portano anche posti di lavoro, per di più puliti. Non si venga a dire che è economicamente più conveniente sperperare oltre 100€ di denaro pubblico per sotterrare o bruciare veneficamente i rifiuti piuttosto che investire in impianti che, con un costo di processo pari a 5€/tonnellata di rifiuto trattato, possono produrre 1litro di carburante da 1kg di plastica! Nella nostra proposta, indirizzata al Sindaco e al protocollo del Comune dal 23 Aprile scorso, abbiamo inserito e illustrato applicazioni concrete e abbiamo segnalato la nostra disponibilità ad assumere un ruolo attivo e di coordinamento delle attività che verranno avviate in questa direzione.

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