domenica 1 aprile 2012

Se Atene piange, Sparta non ride ...

Se Atene piange, Sparta non ride. 

E’ questo il sentimento che il Circolo Idv esprime in questi giorni. Le spaccature nella “maggioranza bulgara” non si contano più e, in una situazione di tutti contro tutti, è chiaro lo sbando amministrativo in cui versa la città. 

Qualche settimana fa avevamo segnalato la soluzione senza logica di aver concentrato in un’unica persona ben diciassette deleghe, compresa quella strategica del bilancio. 

Oggi alla vittima, forse temporanea, degli ultimi dissidi interni sono state ritirate tutte le deleghe e ci ritroviamo di nuovo con un vuoto gestionale per il risanamento del bilancio. 

La situazione finanziaria è gravissima e continuano a mancare provvedimenti d’urgenza per la cura del “deficit strutturale” che non siano i continui tentativi di svendere i beni pubblici, manca inoltre una seria pianificazione di interventi per il risanamento. 

Insomma, passato il “finto lustro” che la città si è dovuta concedere per la visita del Presidente della Repubblica, passata la festa resta il degrado. 

Gli interminabili dissidi vengono definiti una naturale forma di “opposizione interna”, che sarebbe anche corretta se la discussione fosse centrata sui temi della città e sul confronto di diverse soluzioni ai problemi. Il tema è invece la lotta fratricida, senza nessuna cura per la città, oggetto solo di appetiti personali per raschiare il fondo di un barile ormai vuoto. 

Non servirebbero altre prove per poter definire fallimentare questi sei anni di amministrazione che hanno ridotto la città in miseria. 

Ma basta poco per trovare nuove conferme ad ogni occasione, ecco le ultime: l’iter di approvazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC) e le assunzioni della Ecological Service

Il PUC è soggetto di un centinaio di osservazioni e di richieste di rettifiche “ad uso personale”, dopo l’analisi delle osservazioni ed i responsi emessi dal progettista - revisore tecnico ancora non si trova la quadratura del cerchio di una coperta troppo corta per poter “accontentare” tutti. 

Per gli operatori ecologici assunti (ufficialmente) all’insaputa di chi avrebbe dovuto vigilare, ci auguriamo invece che la soluzione non sia l’ennesima beffa per la comunità con i nuovi stipendi (che fanno crescere la spesa per il servizio di raccolta) pagati da ulteriori aumenti della TARSU (tassa comunale che, come risulta dai bilanci, va a coprire da sola tutto il costo del servizio di raccolta). 

In questa situazione non possiamo che sentirci come Sparta con Atene: se chi ci amministra “piange” per le sue divisioni e per i suoi dissidi interni, per chi tiene al bene della città il blocco di ogni decisione con le condizioni disastrose che sta provocando non può certo far “ridere”.

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